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Le case del peccato: tour tra le leggenda e storia

Le case del peccato: tour tra le leggenda e storia

Fonte Il Mattino Edizione del 15 Ottobre 2010

 Metti una comitiva di amici con la voglia di programmare un'escursione diversa, originale in luoghi frequentati chissà quante volte ma mai conosciuti veramente. Strade, vicoli, palazzi, gli stessi che fanno da sfondo alla vita di tutti i giorni catturando però un'attenzione fuggevole, dovuta alla fretta tipica del tram-tram cittadino. Ma sono pur sempre luoghi segnati dalla storia, dove si celano antichi spaccati di vita dai racconti tristi, divertenti, malinconici, interessanti. E se poi una visita guidata diventa il modo per sdoganare argomenti come il sesso e il «piacere», vale la pena organizzarsi. L'associazione «Insolitaguida», rivela il lato più intimo della città con l'escursione dal titolo «Il Peccato: quando le case erano chiuse», organizzata su prenotazione, e in un giorno scelto dalla comitiva, per un minino di 10 persone. Una visita «curiosa» e non meno affascinante legata ad un peccaminoso passato in quelli che tutti additano come luoghi di perdizione. Il riferimento è ovviamente  indicativo  dei  famosi «bordelli» cittadini, che attraverso la passeggiata rivivranno corredati di tutta la loro storia, iniziata nel quattrocento e in vita fino a metà del ventesimo secolo.  Strada principale del percorso sarà la centralissima via Chiaia, all'epoca centro di eleganti e ricercate case chiuse, per poi passare alla confinante zona dei quartieri spagnoli, che verranno messe a confronto nei diversi modi di «offrire piacere». Il tutto grazie ad una ricostruzione attenta, rilevata dallo studio di numerosi testi storici e testimonianze del popolo curata da Luigia Salino. I partecipanti faranno tappa ne «Il Monferrante», locale per soli uomini più frequentato prima delle legge Merlin (che aboliva le case chiuse). L'itinerario proseguirà poi conia visita ad alcuni ambienti dello storico «Casino di Salita S. Anna di Palazzo», detto anche «La Suprema» chiuso nel 1958 e di fatto una delle più famose i aia di tolleranza partenopee. Nel prestigioso bordello si racconteranno gli aneddoti più ironici, come quello legato ai nomi delle stanze da letto che, in onore delle proprie «lavoratrici», ne prendevano denominazione e appellativi diventando «Mimi do Vesuvio», «Anastasia a' friulana», «Nanninella a' spagnola», «Dorina da Sorrento». La passeggiata narrerà anche la storia sulla casa delle «tre vecchierelle», non mancheranno cenni alle regole che vigevano all'interno delle case e curiosità sui personaggi più esuberanti. Il tutto per rievocare una realtà tanto nascosta quanto legata alla città. A concludere l'inedita escursione quella che gli organizzatori definiscono una vera «chicca» per gli amanti dei documenti: si tratta di una lettera, scritta da un famoso personaggio legato a Napoli, che per mantenersi agli studi lavorò in una casa chiusa. Mistero sul nome che sarà svelato.

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