Fonte Napolissimo Edizione del 7 Aprile 2009
Vicino al Monferrante, il locale per soli uomini più frequentato della città nell'immediato dopoguerrra, esisteva una casa di appuntamenti molto particolare. La sua maitresse, infatti, fu la prima a dare ai clienti informazioni dettagliate sulla casa e sulle sue attrazioni, anticipando di svariati decenni l'invenzione delle linee telefoniche erotiche. Queste e tante altre sono le storie che verranno raccontate durante lo svolgimento di un percorso un pò particolare: quello che porterà alla scoperta delle case chiuse che operavano a Napoli prima delle legge Merlin, l'atto governativo con cui ne fu ordinata la chiusura. E' come al solito Insolitaguida, l'associazione fondata dall'archeologa Luigia Salino a riscoprire aspetti di Napoli che rischiano di essere dimenticati. Un lavoro di ricerca e ricostruzione storica meticoloso alla base de "Il Peccato: quando le case erano ... chiuse, una passeggiata narrata alla scoperta dei segreti di Napoli. Non mancheranno riferimenti alle regole che vigevano all'interno delle case di tolleranza, aneddoti e curiosità sulle maitresse più esuberanti. Asse del percorso sarà via Chiaia, che fu centro di alcune tra le più rinomate ed eleganti case, vicine ma contrapposte rispetto a quelle che, improvvisate e fatiscenti, pullulavano nei Quartieri Spagnoli. Immancabile, ovviamente, la visita ad alcuni ambienti dello storico Casino di Sant'Anna di Palazzo, detto anche "La Suprema", la più rinomata casa d'appuntamenti della città, attualmente sede di un lussuosissimo albergo, che aveva la particolarità di chiamare le sue stanze con il nome delle ragazza che ci lavorava.